Il territorio di Borgorose è composto da diverse frazioni, ognuna con le sue specificità e bellezze tutte da scoprire!
La frazione di Pagliara probabilmente inizialmente si è sviluppato come un insieme di capanne appartenenti ai contadini del feudo di Castelmenardo e con il tempo, ha perso la struttura di agglomerato raggiugendo l’assetto di un vero e proprio villaggio. Tutte le costruizioni antiche sono state distrutte, probabilmente, dal terremoto del 1915. Il segno di questo terribile terremoto è rimasto nella denominazione di una zona del paese: la parte alta del centro abitato, è chiamata "baracche" e sta ad indicare la zona in cui furono stabilite le baracche provvisorie e permanenti dalla protezione civile dopo il sisma. Attualmente gli unici elementi antichi si trovano nel centro del paese dove sono ancora visibili delle feritoie necessarie per difendersi dalle incursioni dei briganti.
Non ci sono giunte molte notizie sicure circa il passato di questa frazione, ma dalle testimonianze architettoniche rimaste si può intuire che ricoprì un ruolo di rilievo nelle vicende storiche del Comune. Il nome "Collemaggiore" deriva, probabilmente, dal fatto che è il colle più alto che si trova nella zona della cosiddetta Parrocchia che raggruppa i paesi di: Collemaggiore, Colleviati, Pagliara e Villette.
Vicino all’attuale paese sono stati rinvenuti ruderi appartenenti ad una struttura fortificata. Questi, probabilmente, appartenevano al Castiglione di cui è rimasto il toponimo nel monte. Il castrum doveva avere origine antichissima in quanto sorto intorno al X secolo. Degno di nota anche il Monastero di S. Paolo in Orthunis, di epoca medievale.
L'origine del paese è da far risalire intorno al XIV-XV secolo e anticamente si chiamava Villecollefegato. Questo, però, non esclude che questa località sia stata frequentata in periodi precedenti. La vicinanza con il fiume Salto ha ipoteticamente permesso lo sviluppo, in epoca romana, di una struttura insediativa tipicamente romana: la villa rustica, forse proprio Villa Valle, che per alcuni fu uno degli insediamenti che partecipò alla nascita del sito fortificato di Collefegato.
Gli edifici che si affacciano sulle stradine del paese sono decorati secondo uno stile "baroccheggiante". Queste abitazioni appartenevano agli esponenti delle nuove famiglie benestanti, che iniziarono a formarsi nel corso del XVIII-XIX secolo. Queste dimore aristocratiche, erano caratterizzate da forme eleganti e ricarcate, e costituiscono di fatto il centro storico dell'intero paese, che ha come fulcro la deliziosa piazza di Santa Croce, dove sorge l'omonima parrocchiale.
Il borgo, già esistente, venne fortificato nel X secolo, quando si ebbero le prime scorrerie dei Saraceni.
Nei secoli fu posseduto da vari signori della famiglia dei Marsi, dai Conti d’Albe e, nel XV secolo, dai principi Colonna. Il Castello di Spedino fu edificato nel XI secolo, fu al centro di numerosi avvenimenti storici ed andò distrutto con il terremoto del 1915. Sono ancora visibili le mura ed alcune torri. Le mura percorrono tutto il borgo antico e, probabilmente, dovevano avere anche delle torri rompi tratta, ora non più visibili.
Anche se questi due piccoli borghi possono essere considerati un unico paese hanno, comunque, origini diverse. Villette infatti, a differenza di Colleviati, è di ben più recente costruzione.
Le uniche testimonianze storiche sono dei resti archeologici di una villa imperiale romana, di una cisterna e di strutture realizzate in blocchi di pietra, oltre a numerose epigrafi, di notevole interesse storico. Nel 1955 è stata edificata una cappella in ricordo di un antico convento dei Benedettini, ivi esistente e dedicato a Santa Lucia.
Attualmente non vi si trovano strutture architettoniche rilevanti, ma in questi luoghi si può godere di un panorama straordinario, dominato da una natura ancora incontaminata.
Seguendo una strada minore tra i folti boschi si raggiunge questo solitario paesino di montagna. Cinto tutt'intorno da una cornice naturale davvero unica, Collorso è costituito da poche abitazioni e da edifici utilizzati per le attività agricole e pastorali. Nella località chiamata Piani di Vezzo sono presenti resti di una necropoli romana e di un insediamento monastico chiamato San Giovanni. Frammenti fittili ed un'epigrafe, rinvenuti nelle vicinanze del cimitero, testimoniano la presenza di antichi insediamenti anche in questo luogo.
Collefegato, anticamente, era uno dei centri più importanti del Cicolano e, sotto di esso, si svilupparono via via gli attuali paesi di e Villerose. In seguito alle scorrerie dei Saraceni, sopra citate, fu edificato un borgo sulla sommità di un colle completamente disabitato e cinto da mura con un’estensione massima di circa 8000 mq.
Dell'antico borgo restano solo alcuni ruderi del castello, costituito da un corpo centrale di mt.120 x 60, attorniato da tre torrioni; intorno ad essi si sistemavano i soldati, i servi, gli artigiani. Ad occidente del castello è ubicata la chiesa medievale, 18 x 10 Mt., di cui resta il campanile. Accanto all’altare si ammira l’affresco de “La Madonna del latte” risalente al 1471, restaurato nel 1947. Le abitazioni, che oggi formano il moderno paese, lungo le pendici del colle furono costruite dopo il disastroso terremoto del 13 gennaio 1915.
Seguendo il fluire del fiume Salto, si incontra il piccolo paese di Grotti di Borgorose. L'origine del paese dipende dalla vicinanza con il fiume: questo infatti, era circondato da terreni fertilissimi atti allo sfruttamento agricolo. Può essere definito un piccolo vicus i cui abitanti si rifugiavano nelle grotte vicine create da fenomeni carsici.
Grotti di Borgorose, sebbene sia un piccolo centro, è diventato popolare per le sue feste patronali, organizzate ad Agosto: i famosi fuochi d’artificio sono, ormai da anni, un’attrazione per tutto il Cicolano.
Il paese si presenta con una veste suggestiva con le sue atmosfere medievali. Vi è il Castello, edificato nel XII secolo, di cui rimangono, sfortunatamente, solo alcuni resti tra cui la chiesa castrale, che conserva affreschi su pilastri relativi a immagini sacre, e i ruderi in pietra della rocca, che sembrano raccontare la storia tragica e grandiosa dalla sua ascesa alla sua caduta.
Scendendo a valle, sono visibili le rovine della più antica chiesa di Santa Maria in Valle, del 1153.